L’ opera dal titolo “Stella Maris” che presenterò in questa sede è nata come risposta ai discorsi d’odio di certi politici e cittadini (italiani ed europei) che strumentalizzano la religione cattolica per fomentare razzismo, xenofobia e islamofobia, in particolare verso la categoria dei migranti.
Nei programmi TV di approfondimento politico, sulle pagine dei giornali, sui social, ormai è diventato consueto imbattersi in questo genere di “hate speech”.
In particolare, le frasi d’odio che sempre più spesso si leggono e ascoltano nei confronti dei migranti non sono “semplicemente” caratterizzate dal razzismo di cui sono pregne, ma arrivano anche ad eleggere la religione cattolica a identità nazionale e culturale da difendere dall’ attacco degli stranieri, che vengono addirittura accusati, in alcuni casi, di sostituzione etnica.
La religione, che dovrebbe essere quanto di più lontano dall’odio verso altri fratelli e sorelle, viene utilizzata da questi individui come concime per far prosperare il più becero razzismo e nazionalismo.
Ma può una persona che odia le altre religioni, le altre culture, gli esseri umani di etnie diverse, le persone bisognose che fuggono dalla guerra, dalla fame e dalla violenza, considerarsi un vero cristiano? Se questo Cristo oggi fosse tra noi, cosa gli direbbe?
Pensiamo un pò alla vita di Gesù: la sua condizione di povertà, la fuga dalla persecuzione, l’esilio, la tortura… Non è la sua vita una grandiosa metafora sociale? La metafora sociale ideale per spiegare ciò che non ha mai smesso di accadere nella storia, e che vediamo accadere ancora oggi.
Simbologia dell ‘opera “Stella Maris”
“Ave Maris Stella”.
Stella Maris, in latino, significa “stella del mare”, ma è anche uno dei titoli più antichi associati alla Vergine Maria. Sembra che l’origine di questa denominazione derivi da un errore di trascrizione della parola ebraica “Miryam”,“goccia del mare”, la quale fu successivamente tradotta in “Stilla Maris”, e che venne poi riscritta come “Stella Maris”. È interessante sapere che l’appellativo “Odigitria” riferito a Maria indica “colei che conduce, che mostra la direzione”, colei che porta speranza ed è la “stella polare” che guida e protegge sia i cristiani nel loro percorso di vita, che i naviganti nella loro rotta. Non è un caso, quindi, che “Stella Maris” sia anche uno dei nomi che vengono utilizzati per indicare la stella più luminosa della costellazione dell’Orsa Minore: la Stella Polare, per l’appunto. Esistono molte preghiere tra i marinai delle comunità cattoliche che invocano la Stella del Mare come protezione durante le traversate. Una tra le più conosciute è il canto Ave Maris Stella, da cui ho estratto il verso riportato ai lati delle figure: “Ave Maris Stella, Iter para Tutum” (“Salve Stella del Mare, Proteggi il nostro cammino”). (Fonte: link)
«Ave maris stella, Dei Mater alma atque semper virgo felix coeli porta. Sumens illud ave Gabrielis ore funda nos in pace mutans Evae nomen. Solve vincla reis, profer lumen caecis, mala nostra pelle, bona cuncta posce. Monstra te esse matrem, sumat per te preces qui pro nobis natus tulit esse tuus. Virgo singularis inter omnes mitis, nos culpis solutos mites fac et castos. Vitam praesta puram, iter para tutum ut videntes Jesum semper collaetemur. Sit laus Deo Patri, summo Christo decus, Spiritui Sancto tribus honor unus. Amen.»
Nell’opera ho rappresentato simboli di protezione e di guida appartenenti alle tre principali religioni monoteistiche dell’area mediterranea. Poiché molti migranti che raggiungono le coste europee sono spesso musulmani, ho voluto inserire all’interno della stella ad otto punte di matrice Cristiana la mano di Fatima con le dita rivolte verso l’alto, simbolo di protezione per la religione islamica, ma anche per la religione ebraica, dove il simbolo è conosciuto come mano di Miriam. La stella e la mano sono fusi insieme a creare una specie di “amuleto” unico che vuole comunicare l’universalità dell’amore di Dio verso tutti i suoi figli.
Le simbologie religiose, fuse insieme, rappresentano l’annullamento delle differenze particolari derivanti dall’etnia, dalla nazionalità, dal credo religioso, in nome della laicità dei valori universali scritti nel cuore dell’umanità.
Questo potente “amuleto” si erge a protezione dei tre migranti in basso, le cui figure si intrecciano, a livello iconografico ma anche narrativo, con quelle della Sacra Famiglia.
In particolare, i personaggi (che si stagliano su uno sfondo a mosaico caratteristico dell’arte sacra di varie epoche) sono avvolti da coperte termiche dal tipico colore oro, che rimandano alle immagini sacre dell’iconografia cristiana.
A livello contenutistico, invece, la scena si ispira liberamente ad un evento della vita del Cristo riportato nel Vangelo di Matteo: la fuga in Egitto. Secondo Matteo, Giuseppe e Maria, insieme al piccolo Gesù, si trovano infatti costretti a fuggire da una repressione sanguinaria, la “strage degli innocenti” ordinata dal re Erode, migrando temporaneamente in Egitto.
Sulla barca, ho ritenuto necessario citare l’art. 98 della Convenzione della Nazioni Unite sui diritti del mare, intitolato “Obbligo di prestare soccorso” , il quale:
“Stabilisce che “ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batte la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio o i passeggeri:
- a) presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo;
- b) proceda quanto più velocemente è possibile al soccorso delle persone in pericolo, se viene a conoscenza del loro bisogno di aiuto, nella misura in cui ci si può ragionevolmente aspettare da lui tale iniziativa;
- c) presti soccorso, in caso di abbordo, all’altra nave, al suo equipaggio e ai suoi passeggeri e, quando è possibile, comunichi all’altra nave il nome della propria e il porto presso cui essa è immatricolata, e qual è il porto piu’ vicino presso cui farà scalo”.Nota: Convenzione di Amburgo sulla ricerca e il soccorso in mare (Fonte: link)
Nonostante la Convenzione delle Nazioni Unite sia stata sottoscritta nel 1982 da ben 155 Stati compresa l’Italia, oggi vediamo respingere ai confini europei coloro che scappano dalla guerra, dalla carestia, dalla persecuzione, lasciandoli annegare nel mare dell’oblio senza soccorsi, facendoli massacrare di botte dalla polizia al confine, abbandonando famiglie nella neve dove nessuno potrà mai andarli a cercare, oppure perseguendo coloro che, come le ONG o altri tipi di associazioni umanitarie, salvano la gente dalle onde o dal freddo gelido di una foresta nella “zona di nessuno”.
A questa gente così “pia” che usa la propria religione come una bandiera carica di messaggi d’odio anziché di pace, dedico questa frase tratta dal Vangelo:
Matteo 6,5-8
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Laura Grimaldi
Un Murale per il CPIA1
L’opera originale Stella Maris è stata scelta per un progetto PON del Centro di Istruzione Provinciale per Adulti di Bari (CPIA1 Bari) come omaggio ad Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista tarantino scomparso nel 2017.
A Febbraio 2023, il CPIA1 Bari ha quindi dato il via alla realizzazione di un murale su via Duca degli Abruzzi a Bari, con il coinvolgimento dei corsisti della scuola in tutte le fasi di realizzazione dell’ opera.
Per saperne di più sul murale e sul progetto, clicca sul link di seguito: “Stella Maris” Un murale dedicato ad Alessandro Leogrande